1. Girolamo Romanino e la cultura del suo tempo
   
2. Il ritorno del patriarca Foppa
   
3. A mezzo tra due mondi, aulico e popolaresco
   
4. Tra Milano e Venezia, una temperie cremonese
   
5. Dal tributo a Tiziano allo sperimentalismo anticlassico
   
6. Il connubio tra monumentalità e mondo plebeo
   
7. Le grandi decorazioni in Valle Camonica
   
8. Romanino nel travaglio della crisi umanistica e religiosa
   
9. Come dipingeva il Romanino

Un itinerario di eccezionale interesse culturale si sviluppa dalle sponde del lago d'Iseo alla media Valcamonica: è quello che unisce i luoghi nei quali Girolamo Romanino sostò, in diversi momenti della sua vita, lasciando alcune fondamentali testimonianze del propro percorso artistico.
Il viaggio comincia a Tavernola Bergamasca, dove l'artista dipinse, nella Pieve di S. Pietro, una delle sue prime grandi opere, l'affresco con la "Madonna col Bambino in trono, santi e donatori".
Prosegue con Pisogne ed il vasto ciclo pittorico nel santuario di S. Maria della Neve, un capolavoro "anticlassico", pieno di foga ed eccitazione, capace di recepire le espressioni della religiosità degli strati popolari più poveri. Dopo Pisogne, Breno e le immagini indimenticabili, dai toni grotteschi, lasciate dall'artista sui muri della chiesa di S. Antonio. Ultima tappa del percorso è Bienno dove, nella chiesa di S. Maria Annunciata, Romanino realizzò un ciclo dai toni più romantici e introspettivi, ispirato ai Vangeli apocrifi.

Per ogni tappa dell'itinerario Francesco De Leonardis fornisce un'attenta guida alla lettura e alla comprensione degli affreschi, cui segue una scheda nella quale Gabriella Motta suggerisce possibili "divagazioni" nel paese e nei suoi dintorni. Silvia Conti, attraverso un'analisi delle superfici pittoriche, ci introduce ai segreti dei modi di esecuzione di Romanino, mentre un saggio introduttivo di Fausto Lorenzi inquadra le opere sebine e camune nel contesto della vita dell'artista e in quello dell'arte lombarda e veneta del Cinquecento.