La strada Valeriana tracciata dai Romani nella loro marcia di conquista del territorio camuno, conclusasi nel 16 a.C., collegava Brescia con la riviera orientale della valle, salendo al Passo di Croce di Zone e scendendo quindi al piano dove proseguiva costeggiando i monti.
Lungo il suo corso si sviluppò, nel Medio Evo, il borgo di Pisogne, con le sue vie a pettine comunicanti con il lago. Una porta di cui resta memoria, ma nessuna traccia, chiudeva a nord, alla fine dell' attuale Via San Marco, la strada che continuava il suo percorso tra campi ed ortaglie verso la Valle Camonica.
In epoca imprecisata sorse su questa via un Ospizio per i viandanti ed i pellegrini che dovevano allora essere assai numerosi, in quanto questo era l'unico mezzo di comunicazione da e per la Valle. Antiche mappe del XVIII secolo collocano l'edificio a metà strada tra il paese e la chiesa Santuario della Madonna della neve, nei pressi dell'odierno Ufficio Postale.
Alla fine del 1820 questo tratto dell'antica Via Valeriana perse importanza per la costruzione della strada lacuale provinciale.
The Valeriana road was marked out by the Romans during their march to conquer the Val Camonica territory which ended in the year 16BC. The road connected Brescia to the valley's eastern side, climbing to the Croce di Zone Pass and then descending to the plain where it continued skirting the mountains.
Along its way, in medieval times, the village of Pisogne developed, with its network of streets leading to the lake. At the north end of the present Via S. Marco, there used to be a door, closing the road that continued its course up into Val Camonica through fields and cultivation.
At an imprecise time, a home for what must have been the numerous travellers and pilgrims, was built along this road, that in those times was the only means of communication to and from the valley. Ancient maps from the 18th century place the building halfway along the road between the town and the church of S. Maria della Neve, where nowadays the post-office is.
At the end of 1820 this piece of the ancient Via Valeriana lost its importance because of the construction of the lakeside road.

GLI EDIFICI DI VIA SAN MARCO

Sul lato est la via è affiancata da edifici con bei portali in pietra grigia di Sarnico, dalle linee sei-settecentesche con chiavi di volta spesso decorate a rilievo.
Dalla casa n. 8 alla n. 12 le costruzioni fecero parte della Casa Comunale fino al 1865 quando questa fu trasferita in Piazza della Vittoria. In particolare nella casa n. 8 si svolgevano le riunioni della Vicinia e del Consiglio Comunale. All'interno, al primo piano, è ancora riconoscibile la Sala Consigliare, collocata in corrispondenza dei due balconcini, con soffitto affrescato, un caminetto in marmo e, all'esterno, il pozzo.

THE BUILDINGS IN VIA SAN MARCO

The east side of the street is flanked by buildings with a fine portico of grey Sarnico stone, in 17th and 18th century style with keystones often decorated in relief.
The houses from number 8 to number 12 were part of the town hall until 1865, when this was transferred to Piazza della Vittoria. More specifically in house number 8 were held meetings of the "Vicinia" and the Town Council. Inside, on the first floor, still recognisable is the Council chamber, with frescoed ceiling and a marble fireplace. Outside the chamber are two small balconies and in the courtyard is a well.


CASA FANZAGO

E' una delle case più signorili di Pisogne, appartenuta alla nobile famiglia Fanzago, nota per l'attività di fonditori di campane e di mortai. I Fanzago, originari di Clusone, si stabilirono a Pisogne all'inizio del '600 e costruirono la loro dimora inglobando un certo numero di edifici già esistenti, tra cui il toricello o casa-torre di Vicolo San Clemente.
La costruzione che, nonostante le gravi alterazioni operate soprattutto all'interno, è ancor oggi ricca di elementi interessanti, si sviluppa per un lungo tratto di Via San Marco ed è composta da tre corpi di fabbrica collegati dall'unica falda del tetto. Il portale è dotato di ricca cornice in Sarnico, con decorazioni scolpite , del XVIII secolo. Originariamente tutta la facciata doveva avere una ricca decorazione affrescata, culminante in un grande stemma della famiglia dipinto sul poggiolo sovrastante il portale.
In epoca successiva, allo stemma fu sostituita una scena di gusto romantico, ormai scomparsa, e, nella seconda metà del XIX secolo, furono applicati i medaglioni in rilievo rappresentanti i personaggi dei promessi sposi e le fasce orizzontali a motivi geometrici e floreali.
Sempre di pertinenza di casa Fanzago è il vicoletto che si sviluppa a nord e si chiude con un edificio a loggiati del secolo XVII. Nel cortiletto da notare la fontanella settecentesca. All'interno della casa è riconoscibile il corridoio, in corrispondenza della porta d'ingresso, con soffitto plafonato e decorato a tempera ed affresco. Al primo piano, in corrispondenza delle finestre con balcone neoclassico, è ancora esistente parte dell'antico salone da ballo, di vaste dimensioni ( h. m 10, m15 x 7), coperto con volta a carena ed affrescato dal Batte, artista camuno del '700.
Gli affreschi, strappati e venduti, rappresentavano soggetti storici sulle pareti, e la copia dell'Aurora di Guido Reni sul soffitto. In questa sala fu collocato, nel 1714, il corpo del Patrono San Costanzo al suo arrivo da Roma, in attesa che fosse ultimato l'altare della Pieve.
Nel secolo XIX vennero ospitate nel palazzo illustri personalità: nel 1860 vi fu un convegno per chiedere il ritorno della Valle Camonica sotto Brescia, presieduto da Giuseppe Zanardelli; nel 1891 fu nuovamente ospite Zanardelli, in occasione di un suo importante discorso e qui si tenne il banchetto¸ inoltre vi si svolsero spettacoli di una certa rilevanza.

FANZAGO HOUSE

It is one of the most prestigious houses in Pisogne and belonged to the Fanzago family, well known for their foundry activities . The Fanzagos, originally from Clusone, settled in Pisogne at the beginning of the 1600s and built their home incorporating some already existing buildings, one of which was the "torricello", the tower house of St. Clement Alley. The construction, in spite of having undergone many major alterations, especially to the interior, is today still rich in interesting elements. It stretches along a length of Via San Marco and is composed of three main buildings all under one roof. The portal has a cornice in Sarnico stone with decorations from the 18th century. It is thought that the original façade was covered with a large fresco culminating in the family's coat of arms painted above the balcony overhanging the doorway. In a successive time, the coat of arms was substituted by a romantic scene, nowadays not visible because, in the second half of the 19th century, the façade was decorated with medallions in relief representing characters from the "Promessi Sposi" (The Betrothed) and with horizontal geometrical and floral patterns. Still belonging to the Fanzago house is the small alley to the north, closed by a cloistered building from the 17th century. Noteworthy in the courtyard is the 18th century fountain. Inside the house, leading from the main entrance is a passageway with a distempered and frescoed ceiling. On the first floor, corresponding to the windows with neoclassical balconies, still exists a part of the large ballroom (10mtr h. and 15 x 7 mtr) with a vaulted ceiling, frescoed by Batte, a local artist from the 1700s. The frescos were later removed and sold. On the walls they represented historical subjects and on the ceiling was a copy of the Aurora, a famous painting by Guido Reni. It was in this room that the remains of the Patron Saint, Costanzo, were kept after their arrival from Rome in 1714, while waiting for the completion of the altar in the Pieve. During the 19th century the "palazzo"(grand house) was host to distinguished guests as well as to shows of a certain relevance. In 1860 there was a convention presided by Giuseppe Zanardelli to ask for the return of Val Camonica under Brescian jurisdiction. In 1891 he was again hosted in occasion of one of his important speeches and a banquet was held.


LA VICINIA

La coscienza di vivere "interessi in comune" fece nascere in Valle Camonica, già nell'Alto Medio Evo, la Vicinia che era l'unione dei vicini, cioè degli abitanti del vicus, il villaggio. Il fondamento della vicinia era il concetto della salvaguardia della terra, considerata, quasi in senso biblico, come un dono da tramandare ai pastori e la cui gestione era sentita come una missione. Entravano a far parte della Vicinia tutti i capi famiglia originari del paese, al di sopra dei 25 anni. All'interno della vicinia erano previste diverse cariche; i consoli che mantenevano l'incarico da un anno a sei mesi, il massaro, che era una specie di cassiere, il camparo, che sorvegliava boschi, campi e vigneti affinché fossero coltivati e tenuti al meglio, i fabbricieri che vigilavano sulla sicurezza dei ponti ed argini. La Vicinia, oltre a regolare le varie attività del paese, assumeva su di se un rilevante numero di impegni: costruire pareti, affittare case, gestire il mulino e le malghe, predisporre il taglio dei boschi, l'uso dei pascoli, far celebrare messe per i defunti, regolare le spese del culto e affidarne la gestione alle Confraternite (a Pisogne esisteva una Confraternita dei Disciplini), punire i ladri di legname e le donne di malcostume, risolvere le beghe fra contrade ed aiutare i bisognosi. Quanto ai rapporti con il Vescovo di Brescia e gli altri feudatari locali, i vicini firmavano degli accordi e prendevano precisi impegni che tutti dovevano poi rispettare. I pisognesi ad esempio, per l'uso di certe terre aldilà dell'Oglio, erano tenuti a pagare annualmente al Vescovo tre agnelli, un grosso cero e quaranta denari in moneta bresciana e, se per caso cacciavano l'orso, dovevano consegnargli la spalla destra dell'animale. Le Vicinie furono soppresse in Val Camonica nel 1806, con decreto napoleonico, ma ebbero strascichi fino agli inizi del nostro secolo.

THE VICINIA

In the early middle ages, the people's awareness of sharing the same interests gave birth in Val Camonica to the "Vicinia" (from "vicus", latin for village), a union of neighbours. The basic idea of the vicinia was the protection of the land, that was considered, almost in a biblical sense, as a gift to be handed over to the shepherds.The management of the land was felt as a sort of mission. All the heads of the families born in Pisogne and over the age of 25 were entitled to be members of the vicinia.
Within the vicinia there were different positions: the consuls were in charge from 6 months to a year, the "massaro" was a kind of accountant, the "camparo" tended the woods, the fields and the vines, the "fabbricieri" guarded the safety of the bridges and embankments.
The Vicinia, other than regulating the various activities of the town, took upon itself a considerable number of tasks: to construct walls, rent houses, manage the mill and alpine huts, control the cutting of the woods and the use of pastureland, arrange mass celebrations for the dead, regulate the costs of the church and entrust its administration to the Confraternities (a Confraternity of Disciplinarians existed in Pisogne), to punish timber thieves and immoral women, to resolve disputes between districts and to help the needy.
As far as the Bishop of Brescia and other local feudatories were concerned, the "vicini" signed agreements that established precise commitments that everyone should then respect.
The people of Pisogne for example had to annually pay, for the use of certain lands beyond the river Oglio, three lambs, a large church candle and forty Brescian coins to the Bishop. In the event of a bear being killed, the bishop should be delivered its right shoulder. The Vicinie were suppressed in Valcamonica in 1806, by a Napoleonic decree, but partially survived until the beginning of this century.


CASA CORNA O CASA DEL VESCOVO

All'inizio di Via San Marco, sul lato orientale, vi è un vicolo chiuso detto "contradello" che divide la casa Ghitti dal complesso edilizio sei-settecentesco in cui nacque nel 1827 ed abitò Mons. Giacomo Maria Corna Pellegrini, Vescovo di Brescia, Prelato domestico di S.S., Assistente al Soglio Pontificio e Conte Romano.

CORNA OR BISHOP'S HOUSE

At the beginning of Via San Marco, on the eastern side is a closed off alley, called "contradello"(narrow alley), that divides the Ghitti house from a complex of circa 17th / 18th century buildings. Here in 1827 was born and lived Mgr. Giacomo Maria Corna Pellegrini, bishop of Brescia, Prelate to the pope, assistant to the Papal throne and a Roman Count.